Campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne promossa dall’Associazione “Farmaciste Insieme” nell’ambito del “Progetto Mimosa”, che già in passato ha visto il coinvolgimento delle farmacie. L’iniziativa si svolge con il patrocinio di Federfarma e il sostegno della Fondazione Vodafone Italia, che ha messo a punto una app informativa per aiutare le donne vittime di violenza domestica.
Il progetto Mimosa è stato presentato alla stampa con un webinar il 14 aprile 2021 ed è supportato da una campagna di comunicazione su tutti i canali di Federfarma.
L’adesione a questa campagna rappresenta per le farmacie un’ulteriore occasione per confermare il proprio ruolo di primo presidio sanitario territoriale anche sul fronte della tutela dei soggetti più fragili.
Costruire una relazione d’aiuto con le donne maltrattate e, più in generale, riconoscere e prevenire la violenza di genere. È questa la straordinaria capacità dei farmacisti che ormai da 11 anni, grazie al progetto Mimosa ideato dall’associazione Farmaciste Insieme e patrocinato da Federfarma, mettono al servizio delle donne la loro vocazione all’ascolto e al supporto non solo sanitario. Un progetto che evidenzia come le farmacie rivestano un ruolo di primo presidio sanitario territoriale, soprattutto nelle aree rurali e più interne del Paese, dove spesso l’assistenza sanitaria di base e le istituzioni sono molto lontane se non addirittura assenti.
«Il nostro obiettivo è quello di supportare le farmaciste e i farmacisti nel contrasto alla violenza di genere, passo fondamentale per la divulgazione di una cultura del rispetto soprattutto verso i soggetti più deboli, in questo caso donne e bambini, che devono essere protetti da tutta la società», spiega Angela Margiotta presidente di Farmaciste Insieme. «Il fatto di potersi affidare al farmacista, una figura vicina al paziente, è un valore aggiunto, come testimoniano le tante esperienze vissute in prima persona dai colleghi e dalle colleghe sui territori», osserva Margiotta. «I farmacisti sono stati formati attraverso un corso ECM promosso dalla Fondazione Cannavò, proprio sulla violenza contro donne», ricorda poi, sottolineando che «è vero che la rete è di Farmaciste Insieme, ma il progetto Mimosa è di tutte le farmacie, perché ogni farmacista che l’ha preso in carico ha dato il suo contributo».
Dal primo gennaio al 14 dicembre 2023 in Italia sono state uccise 109 donne, circa una ogni tre giorni. Sono quasi 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella loro vita (dati Istat) e, nel 2022, sono state più di 20mila quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza e oltre 30mila le chiamate al 1522, il numero antiviolenza e stalking.
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«Questi dati ci preoccupano molto, ma al tempo stesso ci confermano che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta. Il farmacista – aggiunge Margiotta – mai come in questo momento, ha il dovere morale di aiutare le donne vittime di violenze a trovare una via di salvezza. Noi farmacisti siamo sul territorio, soprattutto in quelli più interni e lontani dai grandi centri urbani, e questo è un valore aggiunto per noi e per i cittadini: proprio in funzione di questa relazione, infatti, riusciamo più facilmente a penetrare i contesti familiari più disagiati, dove spesso la donna è abusata e maltrattata. In farmacia informiamo sugli strumenti che le donne hanno a disposizione per far fronte alla violenza domestica e poi lasciamo agli addetti ai lavori il compito di andare avanti e occuparsi dei singoli casi. Accogliere, informare e orientare le donne in difficoltà è un nostro dovere».
Il “Progetto Mimosa – Giù le mani”, è la campagna di prevenzione contro la violenza sulle donne patrocinata dal Ministero della Salute e frutto della collaborazione tra Federfarma, Federazione Ordine Farmacisti Italiani, Associazione Farmaciste Insieme, Fenagifar.
La legge regionale 23 aprile 2013, n. 5 “Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne” prevede che la Regione del Veneto ponga in essere azioni volte alla tutela e al recupero di condizioni di vita normali delle donne vittime di violenza nonché attività mirate al contrasto del fenomeno.
A tal fine la norma stabilisce che la Regione – in collaborazione con gli Enti locali, le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni senza finalità di lucro, che abbiano tra i loro scopi prioritari la lotta e la prevenzione alla violenza contro le donne e i minori ed abbiano sviluppato esperienze e competenze specifiche – promuova e favorisca l’attivazione di centri antiviolenza, di case rifugio e di case di secondo livello per donne vittime di violenza e loro figli minori.
La Giunta Regionale approva l’articolazione organizzativa delle strutture (atti di approvazione) presenti sul territorio. Le strutture, distinte per tipologia, sono inserite in appositi Elenchi che vengono pubblicati e aggiornati annualmente:
- Elenco centri antiviolenza (aggiornato al 11 luglio 2023)
- Elenco case rifugio (aggiornato al 11 luglio 2023)
Las Regione ha pubblicato il nono Report, anno 2023, elaborato sui dati riferiti alle attività, svolte nel 2022, dai centri antiviolenza e dalle case rifugio operanti in Veneto e riconosciute dalla Regione. Una sintesi di tali dati è disponibile anche al seguente link