Dall’inizio dell’anno sono già quasi 40, quasi 2 la settimana, le segnalazioni di persone che si sono recate nelle farmacie vicentine con ricette false o fotocopiate per ottenere in modo illegittimo farmaci stupefacenti.
A lanciare l’allarme è Federfarma Vicenza (link al sito ufficiale): «Il fenomeno è sempre esistito – spiega la dott.ssa Daniela Giovanetti, presidente dell’Associazione delle farmacie vicentine – ma mentre in passato si trattata di episodi sporadici, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un netto incremento dei casi. Anche se va sottolineato che c’è una grande attenzione e una grande collaborazione da parte non solo delle farmacie, ma anche delle Forze dell’Ordine e delle Aziende Socio-Sanitarie, con una grande tempestività nella reciproca segnalazione di eventuali incongruenze. In un certo senso l’elevato numero di segnalazioni è proprio il risultato di questo impegno, ma è evidente che vi sia un crescente problema, che è prima di tutto sociale, in quanto strettamente connesso al tema della tossicodipendenza».
Le modalità più utilizzate per la contraffazione sono due: la produzione di false ricette utilizzando timbri e ricettari rubati ai medici o contraffatti oppure viene fotocopiata una ricetta autentica con l’obiettivo di utilizzarla più volte presso diverse farmacie.
«A volte non è facile identificare un falso – spiega la dott.ssa Giovanetti – e ai colleghi oggi è richiesta una particolare sensibilità anche su questo aspetto. In caso di dubbi si guarda se la firma ha lasciato un segno di pressione sulla carta, o si cerca in database il nome del medico se non è conosciuto. Piccoli espedienti che con l’esperienza abbiamo imparato a utilizzare e che purtroppo oggi necessariamente fanno parte del bagaglio di conoscenze di un farmacista».
Il fenomeno riguarda soprattutto alcune categorie di farmaci: le benzodiazepine, utilizzate su prescrizione medica come ansiolitici, sedativi o sonniferi, sono ambite dai tossicodipendenti per ridurre la frequenza e durata delle crisi di astinenza, o i farmaci oppioidi, come fentanyl e ossicodone e tramadolo, normalmente utilizzati come antidolorifici nei pazienti che soffrono di dolori cronici neuropatici o nei malati terminali, che inducono direttamente dipendenza oppure possono essere utilizzati con sovradosaggi pericolosi su persone assistite in casa inducendo uno stato di sedazione.
L’allarme lanciato da Federfarma ha appunto una finalità di appello alla popolazione: «Al di là degli episodi criminosi sui quali è massima l’attenzione e la collaborazione tra tutti i soggetti preposti, è importante che i cittadini siano consapevoli della pericolosità di certi farmaci – sottolinea la dott.ssa Giovanetti -. È fondamentale non utilizzarli al di fuori delle indicazioni terapeutiche dei medici, che va sottolineato sono sempre molto scrupolosi nel prescriverli, e non lasciare che in casa siano potenzialmente accessibili ad altri. E soprattutto ricordarsi che l’automedicazione è assolutamente da evitarsi nel caso in cui si abbiano dei farmaci residui in casa».